La Tomba Megalitica di Pranu Siara a Suelli: Un Enigma Architettonico del III Millennio a.C.
🪨 Tombe Megalitiche e Tombe dei Giganti: una storia di pietre e di millenni
Quando cammino tra le colline del Campidano, spesso mi capita di incontrare pietre antiche che sembrano raccontare storie senza voce. Alcune emergono appena dal terreno, altre si ergono come piccole mura dimenticate dal tempo. A prima vista possono sembrare simili, ma basta avvicinarsi per scoprire che dietro quelle forme si nascondono epoche diverse, popoli lontani e idee profondamente differenti sul concetto stesso di eternità. In Sardegna, due di queste architetture funerarie si contendono la scena: le tombe megalitiche e le celebri Tombe dei Giganti. Un esempio intrigante è Tomba Pranu Siara Suelli: Mistero Megalitico Sardegna, che spesso viene confusa con altre strutture, ma non sono la stessa cosa. Anzi, sono come due capitoli distanti di una lunga storia che attraversa millenni.

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Le tombe megalitiche, come quella affascinante di Pranu Siara, risalgono al III millennio a.C., cioè a un periodo in cui l’isola era ancora popolata da comunità del Calcolitico, note per l’uso combinato di pietra e rame. Queste genti non conoscevano ancora i nuraghi, né l’organizzazione sociale complessa che arriverà secoli dopo. Tuttavia, avevano già una profonda consapevolezza del rapporto tra vita, morte e natura. I loro sepolcri collettivi erano scavati nel terreno o costruiti con grandi lastre di pietra, spesso allineate a formare corridoi e camere funerarie. Tutto era fatto a mano, con strumenti semplici ma con un’incredibile precisione. Ciò che colpisce, oltre alla tecnica, è la visione: la pietra non era solo materia, ma un tramite verso l’aldilà, un modo per dialogare con gli antenati.
Con il passare dei secoli, la Sardegna cambiò volto. Nacque la civiltà nuragica, e con essa arrivarono le monumentali Tombe dei Giganti. Queste strutture, datate tra il Bronzo medio e finale (circa 1800–1100 a.C.), mostrano un salto culturale enorme rispetto alle tombe megalitiche precedenti. Non sono più semplici corridoi sepolcrali nascosti nel terreno, ma vere e proprie architetture pensate per essere viste, riconosciute e venerate. La lunga camera interna, destinata alla sepoltura collettiva, è preceduta da una grande esedra semicircolare, costruita con pietre infisse verticalmente. Al centro troneggia una stele centinata, simbolo e porta del mondo dei morti. Intorno, lo spazio frontale serviva probabilmente per cerimonie e riti comunitari.
Le tombe dei giganti in Sardegna sono affascinanti testimonianze dell’età nuragica e rappresentano un capitolo importante della storia dell’isola. Ecco alcune delle più importanti:
- Li Lolghi: Arzachena, queste tombe sono caratterizzate da blocchi di pietra e forme rettangolari absidate.
- Coddu Veccia: La tomba dei giganti di Coddu Vecchiu è un importante sito archeologico nuragico situato nel territorio del comune di Arzachena
- Pascaredda: Trovata a Calangianus, questa tomba presenta una camera funeraria lunga e stretta.
- Sa Domu e S’orcu: La tomba di giganti di Sa Domu e S’orcu un monumento archeologico situato ad un’altezza di circa 260 metri nell’altopiano della giara di Siddi.
- Tamuli: Trovata a Macomer, questa tomba presenta una struttura simile a una nave capovolta.
- S’Ena e Thomes: è un sito archeologico di epoca nuragica situato nel comune di Dorgali
- Aiodda: Situata a Nurallao, questa tomba è un altro esempio di tombe dei giganti.
- San Cosimo: nel territorio di Gonnosfanadiga considerata la più estesa fra le Tombe dei Giganti conosciute
- Barrancu Mannu Santadi: La tomba di Barrancu Mannu, o di “Sa Tuerredda”, presenta il classico schema planimetrico delle tombe di giganti
- Su Niu de Su Crobu: La tomba dei giganti si trova a Sant’antioco vicino al complesso nuragico di Grutt’i Acqua
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Tombe dei Giganti rappresentano la maturità architettonica e spirituale
A questo punto, si può dire che le Tombe dei Giganti rappresentano la maturità architettonica e spirituale dei sardi antichi, mentre le tombe megalitiche come quella di Pranu Siara sono le loro antenate più remote, nate quando l’isola stava ancora imparando a costruire con la pietra e a pensare in modo collettivo. È come confrontare un disegno a carboncino con un affresco: la base è la stessa, ma il linguaggio si è evoluto. In entrambe, però, si avverte la stessa forza: quella del legame con la terra, con gli antenati e con il ciclo naturale della vita e della morte.
Ecco perché, ogni volta che visito uno di questi siti, ho l’impressione di attraversare un ponte nel tempo. Da una parte c’è il silenzio delle prime comunità calcolitiche, che costruivano in armonia con la roccia e con il paesaggio; dall’altra, l’eco potente dei nuragici, che trasformarono la pietra in monumento e la memoria in culto. Entrambe le civiltà, pur distanti tra loro di molti secoli, condividono la stessa idea: la morte non è una fine, ma un passaggio. Forse è proprio questa continuità, più che le differenze architettoniche, a rendere le tombe sarde così affascinanti.

Oggi, però, voglio portarvi a scoprire una delle più misteriose tra queste sepolture antichissime: la Tomba megalitica di Pranu Siara, situata nei pressi di Suelli. È una tomba che parla di un’epoca lontana, di uomini e donne che non conoscevano ancora il bronzo, ma già costruivano con una logica precisa e una visione sorprendentemente spirituale. Camminando tra le sue pietre, si ha la sensazione che il tempo si fermi. È come ascoltare un racconto che viene da oltre cinque millenni fa, quando la Sardegna iniziava appena a sognare i giganti che, secoli dopo, avrebbe imparato a scolpire nella pietra.
🏛️ Un Unicum Architettonico nel Panorama Sardo
Quando arrivo sul ciglio occidentale dell’altipiano di Pranu Siara, la prima cosa che mi colpisce è la posizione dominante. Davanti a me si apre la vallata percorsa dal Riu Mannu, mentre intorno il paesaggio marnoso si distende dolcemente. Tuttavia, è sotto i miei piedi che si cela uno dei monumenti più straordinari della preistoria sarda. La tomba megalitica di Pranu Siara, infatti, è un unicum nel panorama archeologico isolano, sia per la monumentalità che per le caratteristiche costruttive pressoché inedite.
Risalente alla seconda metà del III millennio a.C., questa sepoltura appartiene all’età del Rame, più precisamente alla cultura di Monte Claro. Inoltre, è stata successivamente riutilizzata dalle genti campaniformi e dalla cultura di Bonnanaro nel Bronzo Antico. Pertanto, il sito testimonia una continuità d’uso che attraversa quasi mille anni di storia. Quello che rende Pranu Siara davvero eccezionale è la sua struttura: un corridoio lungo circa sei metri, ai cui lati si affacciano dodici celle disposte su due ordini sovrapposti.
🔍 Le Celle Sovrapposte: Un Mistero Architettonico
Le celle sono di pianta quadrangolare, con dimensioni medie di circa un metro per lato in larghezza, altezza e profondità. Questo particolare costruttivo è ciò che mi ha spinto a fotografare il sito principalmente con il drone: l’interno è stretto e difficilmente accessibile, ma dall’alto la disposizione simmetrica dei loculi emerge con chiarezza sorprendente. Infatti, questa organizzazione su due livelli non trova confronti diretti nelle altre tombe megalitiche sarde conosciute.

Ogni cella è coperta da due grandi lastre accostate, così come il corridoio doveva avere un’analoga copertura piana a lastroni. Nonostante ciò, la definizione più appropriata per questo monumento è “ipogeo megalitico”: ipogeo perché realizzato all’interno di una trincea scavata nel banco di marna naturale, con le lastre di copertura al livello del piano di campagna; megalitico perché costruito con grossi blocchi tendenzialmente lastriformi. Inoltre, sul pavimento residuano alcuni lembi di un acciottolato costituito da pietrame minuto ben connesso.
🏺 I Reperti e la Storia degli Scavi
La storia della scoperta di Pranu Siara è tanto affascinante quanto travagliata. Scoperta negli anni Settanta del secolo scorso, la tomba fu purtroppo oggetto di scavi clandestini fino alla segnalazione alla Soprintendenza nel settembre 1982. Successivamente, l’apposizione del vincolo ministeriale ne ha sancito il grande interesse scientifico. Tuttavia, i danni causati dai tombaroli hanno reso più complesso il lavoro degli archeologi.
Tra novembre 2012 e gennaio 2014 si sono svolte due campagne di scavo ufficiali, coordinate dalla Soprintendenza Archeologica. Nonostante le violazioni sistematiche, alcuni lembi residui e il materiale rinvenuto tra la terra di risulta hanno permesso di accertare un utilizzo campaniforme quasi esclusivo. Inoltre, sono stati rinvenuti frammenti vascolari caratteristici, elementi di collana a dischetto forato tratti da conchiglie, pugnali in rame e un enorme quantitativo di ossa umane in perfetto stato di conservazione.
🗺️ Il Territorio di Suelli: Terra di Nuraghi e Antiche Memorie
Suelli si trova nella Trexenta, regione storica della Sardegna meridionale caratterizzata da dolci colline marnose e fertili vallate. Pertanto, questo territorio è stato frequentato sin dalla preistoria proprio per la sua ricchezza naturale. Camminando per questi luoghi, mi rendo conto di quanto fosse strategica questa posizione: dalla tomba di Pranu Siara si domina l’intera vallata, un elemento non casuale nella scelta del luogo sacro.
Il territorio comunale di Suelli annovera oltre duecento siti archeologici censiti dalla Soprintendenza, tra cui numerosi nuraghi più o meno visitabili. Infatti, questa densità testimonia una presenza umana costante e organizzata lungo i millenni. Tra le emergenze più significative spiccano il maestoso nuraghe Piscu e altri complessi come Pranu Senis, Ruina Coa, Tracaccis e Su Nomini Malu. Inoltre, poco distante dalla tomba megalitica si trova anche il nuraghe complesso Pranu Siara, che domina lo stesso altipiano.
🏰 Il Nuraghe Piscu: Gigante della Trexenta
Proseguendo il mio percorso archeologico nel territorio, non posso non visitare il nuraghe Piscu, situato lungo la SS 128 a pochi chilometri da Suelli. Si tratta del più monumentale e meglio conservato tra i nuraghi della Trexenta, nonché uno dei più rappresentativi dell’intera Sardegna meridionale. Il nome deriva probabilmente da “su piscu”, ossia il vescovo della diocesi di Barbaria, al quale i giudici di Cagliari fecero numerose donazioni.

La maestosa architettura complessa sorse tra il Bronzo Medio e il Bronzo Recente (XV-XI secolo a.C.), costruita con blocchi di marna calcarea accuratamente lavorati. Inoltre, il complesso è formato da una torre principale, la più antica della struttura, e quattro torri angolari unite da spesse mura. La torre centrale si conserva per oltre nove metri di altezza e presenta una camera circolare con copertura a tholos quasi intatta. Pertanto, Piscu rappresenta un esempio eccezionale dell’evoluzione architettonica nuragica, utilizzato dalla media età del Bronzo fino alla piena età del Ferro.
Qui puoi leggere l’articolo completo sul nuraghe Piscu
🌍 Su Nuraxi di Barumini: Il Gigante UNESCO
Anche se non si trova nel territorio di Suelli, è impossibile parlare dei nuraghi della zona senza menzionare Su Nuraxi di Barumini, distante circa trenta chilometri. Dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997, questo complesso rappresenta l’esempio più completo e meglio conservato della civiltà nuragica. Inoltre, la stratificazione di oltre duemila anni, dal XVI secolo a.C. al VII secolo d.C., testimonia una continuità straordinaria.

Su Nuraxi comprende un nuraghe complesso e un esteso villaggio di capanne, portato alla luce negli anni Cinquanta dall’archeologo Giovanni Lilliu. La torre centrale, alta originariamente oltre 18 metri, fu costruita in basalto proveniente dalla vicina Giara di Gesturi. Successivamente, nel Bronzo Recente, furono aggiunte quattro torri angolari unite da cortine murarie. Pertanto, l’intero sistema difensivo dimostra il livello di organizzazione sociale e militare raggiunto dai nuragici, nettamente più evoluto rispetto alle comunità calcolitiche di Pranu Siara.
Qui puoi leggere un articolo completo sul nuraghe di Barumini o “Su Nuraxi”
📸 Fotografare Pranu Siara: Luce, Pietra e Drone
Dal punto di vista fotografico, Pranu Siara presenta sfide particolari ma anche opportunità uniche. Infatti, la natura ipogea della tomba richiede approcci diversi rispetto ai monumenti epigei. Il drone diventa quindi lo strumento privilegiato per documentare la planimetria e la disposizione delle celle, mentre dall’alto si apprezzano le simmetrie e le geometrie nascoste alla vista terrestre.
Le ore migliori per fotografare il sito sono quelle del mattino presto, quando la luce radente accentua le texture della marna calcarea e crea giochi di ombre che rivelano i dettagli costruttivi. Inoltre, il contrasto cromatico tra il giallo ocra della roccia e il verde della vegetazione circostante regala composizioni suggestive. Per le riprese aeree, consiglio di utilizzare un’apertura medio-chiusa (f/5.6-f/8) per massimizzare la profondità di campo e catturare nitidamente sia il monumento che il paesaggio circostante. Tuttavia, è fondamentale verificare preventivamente le normative vigenti sull’uso dei droni nelle aree archeologiche vincolate.
Galleria Immagini:




















🎯 Come Arrivare e Informazioni Pratiche
Indirizzo e coordinate:
Località Pranu Siara, 09040 Suelli (SU)
Coordinate GPS: 39.593333, 9.130556 (circa)
Come raggiungere il sito:
Da Suelli centro, seguire le indicazioni per la Cappella della Madonna della Croce. Lasciare l’auto nelle vicinanze della cappella e proseguire a piedi. La tomba sorge sul ciglio occidentale dell’altipiano, in posizione dominante sulla vallata del Riu Mannu.
Accessibilità:
Il sito è attualmente in fase di studio e valorizzazione. Pertanto, si consiglia di contattare preventivamente il Comune di Suelli per verificare le condizioni di accesso e le eventuali visite guidate organizzate.
Informazioni e contatti:
- Comune di Suelli: +39 070 988015
- Email: ufficiosegreteria@comunesuelli.it
- Sito web: www.comunesuelli.it
Orari comunali:
Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì: 07:30-14:00
Martedì: 07:30-14:00 e 15:30-19:00
Sabato e Domenica: chiuso
Normative per fotografia:
L’uso di droni nelle aree archeologiche richiede autorizzazione preventiva. Inoltre, è vietato l’uso di cavalletti e attrezzature ingombranti senza permesso. Rispettare sempre le aree sensibili e non calpestare le strutture antiche.
Mappa:
❓ FAQ in Italiano
1. Cosa rende unica la tomba di Pranu Siara rispetto ad altre tombe megalitiche sarde?
La tomba di Pranu Siara è unica per la presenza di dodici celle disposte su due ordini sovrapposti ai lati del corridoio funerario. Questa caratteristica costruttiva non trova confronti nelle altre tombe megalitiche sarde, rendendola un unicum architettonico del III millennio a.C.
2. Quando fu costruita la tomba di Pranu Siara e chi la utilizzò?
La tomba fu costruita nella seconda metà del III millennio a.C. dalla cultura di Monte Claro. Successivamente fu riutilizzata dalle genti campaniformi e dalla cultura di Bonnanaro nel Bronzo Antico, testimoniando una continuità d’uso di quasi mille anni.
3. È possibile visitare l’interno della tomba megalitica?
Attualmente il sito è oggetto di studio e valorizzazione archeologica. Si consiglia di contattare il Comune di Suelli per informazioni aggiornate su visite guidate e accessibilità. L’interno è stretto e di difficile accesso, pertanto le visite potrebbero essere limitate.
4. Quali altri siti archeologici si possono visitare nei dintorni di Suelli?
Nel territorio di Suelli si trovano oltre duecento siti archeologici, tra cui il maestoso nuraghe Piscu, il nuraghe Pranu Senis e diverse altre strutture nuragiche. Inoltre, a circa trenta chilometri si trova Su Nuraxi di Barumini, Patrimonio UNESCO.
5. Qual è il periodo migliore per fotografare Pranu Siara?
Le ore del mattino presto offrono la luce migliore, con tonalità calde che esaltano le texture della marna calcarea. Per riprese aeree con drone, verificare sempre le autorizzazioni necessarie presso le autorità competenti prima della visita.
❓ FAQ in English
1. What makes the tomb of Pranu Siara unique compared to other Sardinian megalithic tombs?
The tomb of Pranu Siara is unique for its twelve cells arranged on two overlapping levels along the sides of the funerary corridor. This constructive feature has no comparison in other Sardinian megalithic tombs, making it an architectural unicum from the 3rd millennium BC.
2. When was the tomb of Pranu Siara built and who used it?
The tomb was built in the second half of the 3rd millennium BC by the Monte Claro culture. It was later reused by Bell Beaker peoples and the Bonnanaro culture in the Early Bronze Age, showing continuity of use for nearly a thousand years.
3. Is it possible to visit the inside of the megalithic tomb?
Currently, the site is under archaeological study and enhancement. It is recommended to contact the Municipality of Suelli for updated information on guided tours and accessibility. The interior is narrow and difficult to access, so visits may be limited.
4. What other archaeological sites can be visited around Suelli?
The territory of Suelli contains over two hundred archaeological sites, including the majestic Piscu nuraghe, Pranu Senis nuraghe, and various other nuragic structures. Additionally, about thirty kilometers away is Su Nuraxi of Barumini, a UNESCO World Heritage site.
5. What is the best time to photograph Pranu Siara?
Early morning hours offer the best light, with warm tones that enhance the textures of the marly limestone. For aerial drone shots, always verify necessary authorizations with competent authorities before your visit.
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