Le Tombe dei Giganti Sommerse di Monte Pranu: Tesori Archeologici che Emergono dalle Acque
🏛️ Introduzione: Un Territorio Ricco di Storia
Nel suggestivo territorio del Sulcis-Iglesiente, tra i comuni di Villaperuccio, Tratalias, Giba e Piscinas, si estende un’area archeologica di straordinario valore. Qui, infatti, la diga artificiale di Monte Pranu custodisce segreti millenari che emergono periodicamente dalle sue acque, un fenomeno noto come Tombe dei Giganti Monte Pranu: Archeologia Sommersa in Sardegna. In un territorio di circa 35 chilometri quadrati si concentrano oltre 30 nuraghi, tre villaggi nuragici e almeno tre tombe dei giganti conosciute, creando così una delle aree a più alta densità archeologica della Sardegna meridionale.
La particolarità di questo sito risiede nel fatto che molti di questi monumenti preistorici si trovano attualmente sommersi dalle acque dell’invaso artificiale. Tuttavia, durante il periodo di secca estiva, che va dalla fine di giugno ai primi di settembre, questi tesori archeologici riemergono dalle acque, offrendo un’opportunità unica di osservazione e studio. Inoltre, la vicinanza con altri importanti siti archeologici come la necropoli di Montessu arricchisce ulteriormente il valore storico-culturale dell’intera area.
🌊 La Diga di Monte Pranu: Ingegneria Moderna su Suolo Antico
La diga di Monte Pranu rappresenta un’importante opera idraulica situata nel territorio di Tratalias, in provincia del Sud Sardegna. Realizzata per scopi idropotabili, industriali e di irrigazione, riceve gli apporti del rio Palmas, del rio Mannu e del rio Gutturu de Ponti. Tuttavia, la sua costruzione ha involontariamente creato una situazione archeologica unica al mondo.
Durante la progettazione e realizzazione della diga, infatti, non si era completamente consapevoli della straordinaria ricchezza archeologica del territorio che sarebbe stato sommerso. Conseguentemente, numerosi monumenti nuragici sono finiti sott’acqua, creando un paesaggio archeologico sottomarino affascinante. Nonostante ciò, questa particolare condizione ha anche contribuito alla conservazione di alcuni siti, proteggendoli dall’erosione atmosferica e dall’intervento umano.
L’invaso artificiale, pertanto, ha trasformato questo territorio in un unicum archeologico, dove l’antica civiltà nuragica convive con le moderne esigenze idriche. Inoltre, il fenomeno dell’emersione stagionale dei monumenti ha creato un calendario naturale per visite e studi archeologici, rendendo l’area particolarmente interessante sia per i ricercatori che per i visitatori.
💧 Il Fenomeno dell’Emersione Stagionale
Il ciclo annuale dell’invaso di Monte Pranu determina un fenomeno straordinario: l’emersione periodica dei monumenti archeologici sommersi. Durante i mesi estivi, infatti, quando il livello dell’acqua si abbassa significativamente, i nuraghi e le tombe dei giganti riemergono dalle profondità del lago artificiale. Questo processo naturale di “scoperta” e “riscoperta” crea un’esperienza archeologica dinamica e sempre rinnovata.
Il periodo di secca, che generalmente va dalla fine di giugno ai primi di settembre, rappresenta il momento ideale per osservare questi monumenti. Tuttavia, la durata e l’intensità di questo fenomeno dipendono da diversi fattori climatici, principalmente dalle precipitazioni invernali e primaverili. Pertanto, alcuni anni l’emersione può essere più pronunciata, mentre in altri periodi più piovosi i monumenti potrebbero rimanere totalmente sommersi anche durante l’estate.
Questa caratteristica particolare ha reso necessario lo sviluppo di nuove metodologie di studio e documentazione archeologica. Infatti, gli archeologi devono sfruttare le finestre temporali di emersione per condurre rilievi, scavi e documentazione fotografica, spesso utilizzando tecnologie avanzate come i droni per catturare immagini aeree dei siti quando sono accessibili.
🗿 Le Tombe dei Giganti: Monumenti Funebri della Civiltà Nuragica
Le tombe dei giganti (tumbas de sos mannos in lingua sarda) sono monumenti riutilizzati come tombe collettive in età nuragica, presumibilmente utilizzate tra il Bronzo Antico e il Bronzo Finale (1800-1100 a.C.) e presenti in tutta la Sardegna. Questi imponenti monumenti funerari rappresentano una delle espressioni più caratteristiche dell’architettura nuragica e testimoniano la complessità sociale e religiosa di questa antica civiltà.
Le tombe dei giganti sono caratterizzate da una struttura architettonica distintiva, composta da un corridoio funerario coperto da lastroni di pietra e preceduto da un’esedra semicircolare. Al centro dell’esedra si trova solitamente una stele centinata, spesso decorata con motivi simbolici che rimandano al culto dei morti e alle credenze religiose nuragiche. Inoltre, la disposizione di questi monumenti nel paesaggio non è casuale, ma segue precisi orientamenti astronomici e topografici.
La funzione di queste strutture era essenzialmente funeraria: servivano come sepolcri collettivi dove venivano deposti i defunti della comunità nuragica. Tuttavia, recenti studi archeologici suggeriscono che avessero anche una funzione rituale e sociale più ampia, fungendo da luoghi di aggregazione comunitaria e di celebrazione di cerimonie religiose. Pertanto, le tombe dei giganti rappresentano non solo monumenti funerari, ma veri e propri centri spirituali della società nuragica.
QUI Puoi leggere il mio articolo dedicato alle tombe dei giganti più belle della Sardegna
Le tombe dei giganti in Sardegna sono affascinanti testimonianze dell’età nuragica e rappresentano un capitolo importante della storia dell’isola. Ecco alcune delle più importanti:
- Li Lolghi: Arzachena, queste tombe sono caratterizzate da blocchi di pietra e forme rettangolari absidate.
- Coddu Veccia: La tomba dei giganti di Coddu Vecchiu è un importante sito archeologico nuragico situato nel territorio del comune di Arzachena
- Pascaredda: Trovata a Calangianus, questa tomba presenta una camera funeraria lunga e stretta.
- Sa Domu e S’orcu: La tomba di giganti di Sa Domu e S’orcu un monumento archeologico situato ad un’altezza di circa 260 metri nell’altopiano della giara di Siddi.
- Tamuli: Trovata a Macomer, questa tomba presenta una struttura simile a una nave capovolta.
- S’Ena e Thomes: è un sito archeologico di epoca nuragica situato nel comune di Dorgali
- Aiodda: Situata a Nurallao, questa tomba è un altro esempio di tombe dei giganti.
- San Cosimo: nel territorio di Gonnosfanadiga considerata la più estesa fra le Tombe dei Giganti conosciute
- Barrancu Mannu Santadi: La tomba di Barrancu Mannu, o di “Sa Tuerredda”, presenta il classico schema planimetrico delle tombe di giganti
- Su Niu de Su Crobu: La tomba dei giganti si trova a Sant’antioco vicino al complesso nuragico di Grutt’i Acqua
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⛰️ Le Tre Tombe dei Giganti di Monte Pranu
Nel territorio sommerso dalla diga di Monte Pranu sono state identificate almeno tre tombe dei giganti, ciascuna con caratteristiche distintive e stati di conservazione diversi. La prima tomba, quella meglio conservata, emerge dalle acque durante il periodo di secca mostrando ancora chiaramente la sua struttura architettonica originale. Questa tomba presenta un corridoio funerario ben definito e resti dell’esedra semicircolare che la caratterizzava.

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Le altre due tombe dei giganti, ditanti poche decine di metri l’una dall’altra, risultano meno evidenti e più difficili da identificare a livello del suolo. Tuttavia, le riprese aeree effettuate con droni durante i periodi di emersione hanno permesso di documentarne chiaramente la presenza e la struttura. Infatti, la vista dall’alto rivela con maggiore chiarezza i contorni e l’organizzazione spaziale di questi monumenti, permettendo agli archeologi di ricostruirne la planimetria originale.
La presenza di queste tre tombe dei giganti in un’area così circoscritta testimonia l’importanza del territorio di Monte Pranu per le comunità nuragiche. Inoltre, la loro distribuzione spaziale suggerisce l’esistenza di un vero e proprio paesaggio funerario organizzato, dove ogni tomba serviva probabilmente gruppi familiari o clan specifici della società nuragica locale.

🏰 I Nuraghi Sommersi: Fortificazioni Sotto le Acque
Si tratta quindi di un’area a fortissima concentrazione di testimonianza preistoriche nel raggio di poco più di un chilometro contiamo almeno 11 nuraghi, 4 villaggi, 3 tombe dei giganti. Questa straordinaria concentrazione di monumenti nuragici rende l’area di Monte Pranu un vero e proprio museo archeologico a cielo aperto, seppur temporaneamente sommerso.
I nuraghi presenti nell’area sono principalmente del tipo a tholos, caratterizzati dalla tipica costruzione a secco con pietre di dimensioni decrescenti verso l’alto. Durante i periodi di emersione, è possibile osservare le strutture murarie che emergono dall’acqua, spesso ricoperte da sedimenti e vegetazione acquatica. Tuttavia, questi monumenti mantengono la loro imponenza architettonica e testimoniano l’avanzata tecnologia costruttiva della civiltà nuragica.
Tra i nuraghi più significativi dell’area spicca il nuraghe Bastricheddu, che emerge periodicamente dalle acque del lago artificiale. Questo monumento, quando accessibile, mostra chiaramente la sua struttura a torre centrale con possibili aggiunte laterali. Inoltre, la sua posizione strategica sul territorio conferma la funzione di controllo e difesa che caratterizzava questi monumenti nella società nuragica.
Qui puoi leggere l’articolo completo: Nuraghe di Bastricheddu

🏺 La Necropoli di Montessu: Un Ponte tra Preistoria e Storia
A poca distanza dall’area di Monte Pranu si trova la necropoli di Montessu, uno dei più importanti siti archeologici preistorici della Sardegna meridionale. Quella di Montessu, a pochi chilometri da Porto Pino, è la necropoli più grande della Sardegna meridionale. Con oltre quaranta tombe scavate nella roccia fra 3000 e 1600 anni fa. Questa necropoli rappresenta un importante complemento per comprendere l’evoluzione culturale del territorio nel corso dei millenni.
In tutto sono una quarantina le tipiche grotticelle scavate a Montessu durante il periodo neolitico dagli abitanti di queste terre. Queste domus de janas, letteralmente “case delle fate” secondo la tradizione popolare sarda, sono tombe ipogeiche scavate nella roccia trachitiche che caratterizzano il paesaggio di Montessu. Inoltre, molte di queste tombe presentano decorazioni parietali e simboli incisi che testimoniano le credenze religiose e spirituali delle popolazioni preistoriche.
La necropoli di Montessu precede cronologicamente i monumenti nuragici di Monte Pranu, offrendo così uno spaccato dell’evoluzione culturale e tecnologica delle popolazioni sarde. Infatti, mentre le domus de janas risalgono al Neolitico e all’Eneolitico (4000-2000 a.C.), i nuraghi e le tombe dei giganti appartengono all’Età del Bronzo (1800-1100 a.C.). Pertanto, la visita congiunta di questi due siti permette di ricostruire una sequenza cronologica di oltre duemila anni di storia sarda.
Qui puoi leggere l’articolo completo: Necropoli di Montessu

🎨 Arte e Simbolismo nelle Domus de Janas
La maggior parte delle domus de Janas di Montessu sono pluricellulari, formate da vestibolo e camera maggiore con più nicchie o da più camere disposte in successione longitudinale, accessibili attraverso corridoi e in alcuni casi impreziosite da colonne sbozzate e incisioni parietali. Queste caratteristiche architettoniche e decorative rendono la necropoli di Montessu un unicum nel panorama archeologico sardo.
Le incisioni parietali presenti in molte tombe includono spirali, cerchi concentrici, motivi a zig-zag e rappresentazioni di corna bovine. Questi simboli, infatti, non sono casuali ma riflettono un complesso sistema di credenze religiose legate al culto dei morti e alla spiritualità neolitica. Inoltre, la presenza di false porte e finestre nelle tombe suggerisce la credenza in una vita ultraterrena e nella necessità di fornire ai defunti un’abitazione eterna.
L’orientamento delle tombe segue precisi criteri astronomici e topografici, spesso correlati ai cicli solari e lunari. Pertanto, la necropoli di Montessu non rappresenta solo un luogo di sepoltura, ma un vero e proprio spazio sacro dove architettura, arte e spiritualità si fondono in un’unica espressione culturale.
QUI puoi leggere il mio articolo sulle Domus de Janas più belle della Sardegna
🗺️ Itinerari Archeologici nel Territorio
Il territorio che comprende la diga di Monte Pranu e la necropoli di Montessu offre numerose possibilità per itinerari archeologici tematici. Durante il periodo estivo, quando i monumenti emergono dalle acque, è possibile organizzare visite guidate che combinano l’osservazione dei siti sommersi con la visita delle strutture permanentemente accessibili. Inoltre, la presenza di sentieri naturalistici permette di scoprire anche altri monumenti minori distribuiti nel territorio.
Un itinerario ideale potrebbe iniziare dalla necropoli di Montessu, per comprendere le origini preistoriche del territorio, e proseguire verso l’area di Monte Pranu per osservare l’evoluzione culturale rappresentata dai monumenti nuragici. Tuttavia, è importante pianificare la visita tenendo conto dei livelli dell’invaso e delle condizioni climatiche, che determinano l’accessibilità dei siti sommersi.
La presenza di centri visitatori e punti informativi nell’area facilita l’organizzazione di visite autonome o guidate. Inoltre, la collaborazione tra enti locali, università e associazioni culturali ha permesso di sviluppare programmi didattici specifici per scuole e gruppi interessati all’archeologia sarda.
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Come Arrivarci e Mappa
Raggiungere il sito non è semplicissimo, per due motivi principali: innanzitutto, le tombe affiorano solo durante il periodo di secca estiva; in secondo luogo, sia che si arrivi da Tratalias sia da Villaperuccio, è necessario affrontare un trekking piuttosto impegnativo.
🔹 Da Tratalias si parcheggia sul lato nord del lago e si costeggia la riva sinistra. Il percorso è complicato: si attraversano tratti fangosi, pietre di grandi dimensioni e macchia mediterranea fitta. Servono almeno un’ora di cammino per raggiungere le tombe.
🔹 Da Villaperuccio, invece, è leggermente più semplice: si parte dal paese e si percorre in auto una strada per circa 4 km, fino ad arrivare a delle sbarre che bloccano l’accesso ai veicoli. Da lì si imbocca il sentiero sulla sinistra e si cammina lungo lo sterrato per circa 1,5 km. Successivamente ci si addentra nella macchia per raggiungere il sito. Attenzione però: anche questo tratto, una volta lasciato lo sterrato, diventa piuttosto impegnativo.
‼️ Un ulteriore problema è dato dal caldo estivo, spesso molto intenso. Dato che il sito è visibile solo in questo periodo, è fondamentale partire preparati: portate con voi acqua a sufficienza, indossate un cappellino e procedete con cautela.
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🤔 Domande Frequenti (FAQ)
1. Quando è possibile vedere i monumenti sommersi nella diga di Monte Pranu?
I monumenti archeologici emergono dalle acque durante il periodo di secca estiva, generalmente dalla fine di giugno ai primi di settembre. Tuttavia, la durata e l’intensità dell’emersione dipendono dalle precipitazioni e dalle condizioni climatiche dell’anno. Pertanto, è consigliabile verificare i livelli dell’invaso prima di pianificare una visita.
2. Quanti nuraghi e tombe dei giganti si trovano nell’area di Monte Pranu?
Nel territorio di circa 35 km² intorno alla diga di Monte Pranu si contano oltre 30 nuraghi, tre villaggi nuragici e almeno tre tombe dei giganti conosciute. Inoltre, studi recenti suggeriscono la presenza di altri monumenti ancora da identificare e studiare completamente.
3. È possibile visitare la necropoli di Montessu tutto l’anno?
Sì, la necropoli di Montessu è accessibile durante tutto l’anno, essendo situata su terraferma. Il sito dispone di sentieri attrezzati e pannelli informativi che facilitano la visita autonoma. Tuttavia, durante i mesi estivi sono disponibili anche visite guidate che arricchiscono l’esperienza culturale.
4. Come raggiungere l’area archeologica di Monte Pranu?
L’area è raggiungibile attraverso strade provinciali che collegano i comuni di Tratalias, Villaperuccio, Giba e Piscinas. Inoltre, sono presenti aree di parcheggio e punti di osservazione attrezzati per ammirare l’invaso e, durante i periodi di emersione, i monumenti archeologici.
5. Che tipo di attività didattiche sono disponibili per le scuole?
Sono disponibili programmi didattici specifici per diverse fasce d’età, che includono visite guidate, laboratori di archeologia sperimentale e attività di documentazione fotografica. Inoltre, la collaborazione con università e centri di ricerca permette di organizzare stage e tirocini formativi per studenti universitari interessati all’archeologia.
🤔 Frequently Asked Questions (FAQ) – English Version
1. When is it possible to see the submerged monuments in Monte Pranu dam?
The archaeological monuments emerge from the waters during the summer drought period, generally from late June to early September. However, the duration and intensity of the emergence depend on precipitation and climatic conditions of the year. Therefore, it is advisable to check the reservoir levels before planning a visit.
2. How many nuraghi and giants’ tombs are found in the Monte Pranu area?
In the territory of approximately 35 km² around the Monte Pranu dam, there are over 30 nuraghi, three nuragic villages, and at least three known giants’ tombs. Furthermore, recent studies suggest the presence of other monuments yet to be fully identified and studied.
3. Is it possible to visit the Montessu necropolis all year round?
Yes, the Montessu necropolis is accessible throughout the year, being located on dry land. The site has equipped trails and information panels that facilitate autonomous visits. However, during the summer months, guided tours are also available that enrich the cultural experience.
4. How to reach the Monte Pranu archaeological area?
The area is reachable through provincial roads connecting the municipalities of Tratalias, Villaperuccio, Giba, and Piscinas. Additionally, there are parking areas and equipped observation points to admire the reservoir and, during emergence periods, the archaeological monuments.
5. What type of educational activities are available for schools?
Specific educational programs are available for different age groups, including guided tours, experimental archaeology workshops, and photographic documentation activities. Furthermore, collaboration with universities and research centers allows for organizing internships and training courses for university students interested in archaeology.
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